Posizione della chiesa
Le presunte apparizioni di Medjugorje non si sono ancora concluse, pertanto la Chiesa, molto cauta in giudizi di questa portata, non si è ancora espressa nella formulazione di un parere definitivo.
Si pone molta attenzione a questo evento di grazia che coinvolge milioni e milioni di persone.
La Chiesa prende atto delle molteplici conversioni spirituali e ritiene Medjugorje luogo di culto mariano, dove ci si può confessare, partecipare alla S.Messe, Adorazioni Eucaristiche, Via Crucis, ecc.
Tra i vescovi scettici vi fu quello della Diocesi di Mostar, Mons.Pavao Zanic. All’inizio pienamente convinto della sincerità dei veggenti, cambiò in seguito opinione per varie ragioni e negò l’autenticità delle apparizioni. Si pensa in seguito a contrasti avuti con alcuni frati francescani e alle pressioni allora in atto dalle Autorità Comuniste. Anche il Vescovo attuale Ratko Peric fermamente contrario al riconoscimento delle apparizioni è convinto che nulla di soprannaturale accada a Medjugorie.
Nel 1982 Mons.Zanic formò una Commissione, per impedire che si accendessero eccessivamente i riflettori sugli eventi straordinari che stavano avvenendo a Medjiugorje e che avevano già richiamato milioni di pellegrini. Inoltre si voleva evitare che “qualcuno” anticipasse il giudizio della Chiesa.
Vennero quindi scritte diverse istanze alla Santa Sede:
- la prima il 24/3/1984 non ottenne risultati;
- un’altra lettera venne inviata Il 23/5/85 dalla Congregazione per la Dottrina della Fede alla Conferenza Episcopale Italiana, nella quale si chiedeva, in attesa del giudizio ufficiale della Chiesa, di dissuadere chiunque a organizzare pellegrinaggi. Anche questo tentativo fallì.
- Si costitui’ quindi una seconda Commissione a firma sempre di Mons.Zanic e Cardinal Franjo Kuharic i quali a nome della Conferenza Episcopale Jugoslava, il 9/1/1987 dichiaravano che non era permesso organizzare pellegrinaggi e manifestazioni motivate dal carattere soprannaturale attribuite agli avvenimenti di Medjugorje.
- Piu’ tardi, il 10/4/1991 nella Dichiarazione di Zara si precisava che per quanto riguardava i fatti di Medjugorje non si poteva affermare che si trattava di apparizioni e fenomeni di carattere soprannaturale. Tuttavia i credenti che sarebbero arrivati a Medjugorje necessitavano attenzione da parte del clero così che si poteva promuovere una sana devozione alla Madonna.
Negli anni successivi il Card. Tarcisio Bertone affermò che le dichiarazioni del vescovo di Mostar erano di natura personale e non un giudizio ufficiale della Chiesa, che tutto era rinviato alla Dichiarazione di Zara dei Vescovi della Ex Jugoslavia del 15/8/93 che lasciava le porte aperte a future indagini e che dopo la divisione della Jugoslavia in varie nazioni indipendenti, sarebbe spettato alla Conferenza Episcopale della Bosnia-Erzegovina rivalutare eventualmente la questione. Il Cardinale affermò anche che i pellegrinaggi che vengono svolti in maniera privata, organizzati o da fedeli laici o da agenzie laiche, sono permessi anche con l’accompagnamento di sacerdoti soprattutto per il servizio delle confessioni, a condizione che non vengano considerati come un’autentificazione degli avvenimenti in atto.
Il 17/03/2010 la Santa Sede istituì presso la Congregazione per la Dottrina della Fede una Commissione Internazionale di inchiesta e studi sulle apparizioni della Madonna di Medjugorje, presieduta dal Cardinal Ruini e composta da tredici membri permanenti e altri collaboratori tra laici e religiosi.
Il compito è stato quello di vigilare costantemente, esaminando documenti scientifici, studiando le guarigioni e i miracoli avvenuti, la “bontà dei frutti“, in merito alle numerosissime conversioni che costantemente avvengono a Medjugorje; sono stati interrogati i veggenti.
Nonostante la Commissione nel dicembre 2012 abbia terminato il lavoro di esame dei fenomeni di Medjugorje, trasferendo il tutto alla Congregazione per la Dottrina della Fede, le indagini continueranno, fino a quando le apparizioni avranno luogo.