La nostra storia
La nostra “chiamata” avvenne nel 1986, anno in cui casualmente scoprimmo che la Madonna appariva a sei bambini nella ex Jugoslavia. Provammo immediatamente il desiderio di andare a Medjugorje, verso quella terra benedetta senza aspettative di alcun genere.
Partimmo nell’agosto dello stesso anno con nostra figlia Elena di soli sette anni, senza nessuna cartina stradale. Al confine con la Slovenia ci regalarono una cartina della Jugoslavia indicante le principali località e da lì iniziammo l’avventura: si decise di non seguire la costa ma di entrare verso l’interno per Karlovac e poi scendere verso Mostar.
Dopo varie peripezie, dalle strade sconnesse senza indicazioni delle località, alla mancanza di distributori di carburante (ad ogni discesa si doveva spegnere il motore per quadagnare strada col terrore di rimanere bloccati su strade deserte tra monti e vallate), si arriva finalmente in questo paesino sperduto della Bosnia Erzegovina, allora sconosciuto anche dalle carte geografiche.
“Finalmente a casa! ” Già, a Medjugorje ci sentivamo fin d’allora come a casa nostra. Stanchissimi ma felici perché eravamo arrivati nel luogo dove appariva la Madonna, visitiamo subito la Chiesa di S.Giacomo col piazzale ancora sterrato e poi ci mettiamo alla ricerca di un albergo, introvabile a quei tempi. La gente del posto ci consiglia di chiedere ospitalità nelle famiglie e fortunatamente troviamo una camera. Dopo una notte insonne ci alziamo, ci sciacquiamo con due gocce d’acqua (a quei tempi dai rubinetti usciva solo un filo d’acqua) e ci avviamo verso la Chiesa.
Conosciamo Afra e Walter e con loro ci uniamo a un gruppo di pellegrini e saliamo il Krizevac il Monte della Croce. Seguiamo un sentiero irto e roccioso che ci condurrà alla Croce e preghiamo lungo la Via Crucis, accanto alle stazioni contrassegnate da una semplice croce in legno. Ricordo Walter, persona robusta sulla quarantina, che molte volte caricava sulle spalle Elena……che amici!
Ci ritroviamo in cima davanti alla croce enorme in cemento, che domina la vallata. Qualche preghiera, tante lacrime di gioia e di ringraziamento al Signore Gesù che ci aveva permesso di arrivare fino lì, per vivere questa grande emozione. Non avremmo mai immaginato di gustare quella pace, quel sollievo che ci aiutava a vivere la sofferenza con maggior serenità. Maria ci stava aiutando a superare le paure che la mia malattia ci aveva provocato. Dopo il consueto rito delle foto scendiamo in paese.
Per il pranzo ci accomodiamo su una panca grezza sotto ad un tendone che ci ripara dal sole cuocente, dove ci offrono a poco prezzo una semplice ma squisita grigliata di carne mista, cipolle e pomodori buonissimi.
Nel pomeriggio ci riportiamo a Bijacovici verso la Collina delle Apparizioni. Con grande fortuna troviamo la veggente Vicka disponibile a darci una piccola testimonianza. Stare accanto a lei così semplice e umile è stato molto emozionante.
Ci avviamo verso il Podbrdo, col Rosario in mano iniziamo la salita, mia moglie Marisa lo guida, l’emozione è intensa, camminare su quei sassi rossi e appuntiti, su quel sentiero che a quei tempi era molto più stretto rispetto ad oggi, ci faceva provare strane sensazioni di gioia, perché ci portava al luogo delle prime apparizioni. Sempre recitando il Rosario arriviamo vicino ad una Croce che segnava il punto dove Maria è apparsa e qui l’emozione ha avuto il sopravvento e non è mancata qualche lacrima di gioia. Finalmente avevamo raggiunto la meta desiderata.
Ci sembrava di sentire la presenza della Madonna, avvertivamo una pace immensa. Ci siamo abbandonati tra le sue braccia come dei figli che cercano il calore di una mamma. La gioia era talmente grande che ci sentivamo liberi da ogni preoccupazione, ogni dolore del quotidiano, sofferenza, le preoccupazioni non esistevano più.
Dopo questa sensazione di libertà interiore indescrivibile, ognuno di noi ha iniziato a ringraziare il Padre, un ringraziamento sincero accompagnato anche da richieste di aiuto per le nostre famiglie, per le persone a noi care e per conoscenti ammalati e bisognosi.
Davanti a quella semplice Croce in legno ci siamo abbandonati a Maria, affidando tutto a Lei, chiedendoLe di guidarci nel cammino di fede, sapendo con certezza che non ci avrebbe mai abbandonato.
A quei tempi il Podbrdo era pieno di croci costruite con semplici legni inchiodati o legati assieme, alcune in marmo. C’erano tante foto e richieste di guarigioni messe sotto le pietre accanto alle varie croci. Osservando quelle croci, si riscontrava tanta sofferenza, si vedevano salire sulla collina molte persone scalze, col Rosario in mano, che offrivano quel sacrificio e le preghiere a Maria, per le loro intenzioni.
Mentre scrivo, rivivo le sensazioni e le emozioni provate in quei giorni meravigliosi. Quei momenti intensi di gioia ci hanno fatto scoprire quanto poco contino le cose materiali e che basta poco per essere felici.
Ci siamo fermati parecchio tempo sulla Collina, scattando anche alcune foto, quei momenti hanno lasciato anche in nostra figlia dei segni indelebili.
Quella semplice Croce è stata sostituita poi nel 2001 da una bellissima statua in marmo, opera di un artista italiano Dino Felici e donata da una famiglia Coreana per grazia ricevuta.
A Medjugorje ci siamo fermati un paio di giorni che ci hanno permesso di accostarci al Sacramento della Riconciliazione in un modo straordinario.
In quegli anni il numero delle persone presenti era già elevato ed i sacerdoti si disponevano a confessare sul prato intorno alla Chiesa perché non esistevano ancora i confessionali esterni. Vedere tutti quei Ministri di Dio confessare all’aperto su una semplice seggiola o una panca toccava il cuore e tutti che con pazienza, nella preghiera, aspettavano il loro turno per la riconciliazione col Padre.
Terminava così la nostra prima esperienza di fede a Medjugorje, con una partenza piuttosto triste perché lì, lasciavamo il nostro cuore, ma con la speranza di ritornare un giorno.
E così è stato.
L’anno successivo sentimmo ancora il desiderio di ritornare a rivivere quelle splendide emozioni e a ritrovare la cara Mamma.
Da questa prima esperienza a Medjugorje, fanno seguito altre visite negli anni successivi, con una breve “pausa” a causa della guerra.
Oggi Medjugorje rappresenta per noi una seconda casa e cerchiamo attraverso alcuni pellegrinaggi che organizziamo, di farla conoscere a molte persone e di farla amare proprio come la amiamo noi!